Il rischio cardio-vascolare quantifica le probabilità di subire una malattia a carico del cuore e dei vasi sanguigni in base alla presenza di determinati fattori predisponenti.

Le malattie cardiovascolari sono dette “multifattoriali” e le cause che ne determinano la comparsa sono diverse e contribuiscono contemporaneamente al loro sviluppo.

Nel caso di queste patologie, i fattori di rischio sono stati ormai identificati ed è per questo che la comunità scientifica è concorde nel ritenere che la malattia cardiovascolare è oggi prevenibile, in modo da “contrastare” il ruolo di quelli non modificabili.

Fattori di rischio non modificabili:

  • Età:
    con il passare del tempo è inevitabile che il cuore e l’apparato cardiocircolatorio vadano incontro ad un progressivo invecchiamento e deterioramento.
    Le pareti del cuore e delle arterie perdono elasticità, favorendo la formazione di placche aterosclerotiche che impediscono il normale flusso di sangue.
    Questo non vuol dire però che, inevitabilmente, si vada incontro a problemi di cuore. Un’alimentazione corretta, povera di sale e di grassi ed un’attività fisica regolare, aiutano a ridurre gli effetti del tempo che passa.
  • Il sesso:
    l’uomo è più esposto alle malattie cardiovascolari a partire dai 40 anni, mentre la donna, fino alla menopausa è protetta dagli estrogeni (ormoni prodotti dalle ovaie).
    Quando finisce la vita fertile, la situazione si ribalta; la donna diviene altrettanto, se non addirittura, più a rischio.
    L’infarto di cuore, in età avanzata, è una delle principali cause di morte per la donna italiana.
    L’aumento della frequenza di questa malattia tra le donne è conseguenza sia dell’allungamento della vita femminile sia della diffusione, tra le donne, di fattori di rischio (soprattutto il fumo di sigaretta).
  • Familiarità:
    il ruolo della familiarità nella comparsa di patologie che riguardano il cuore va letto sotto due aspetti:
    1) Da tempo è ormai accertato che i fattori genetici giochino un ruolo importante nella comparsa dell’infarto. Chi ha nonni, genitori o fratelli che sono stati colpiti da infarto, ha una probabilità maggiore di andare incontro a questo problema, rispetto a chi non ha parenti stretti che l’abbiano subito.
    2) Al di là dei fattori ereditari, poi, rivestono un’importanza fondamentale i comportamenti assunti in seno alla famiglia. E’ in essa che si costruisce l’individuo e le sue abitudini fin dall’infanzia (tipo alimentazione, abitudine al fumo, consumo di alcol).

Fattori di rischio modificabili:
Il Fumo:
Dopo l’età, il fumo è il fattore di rischio più importante per le malattie cardiovascolari.

  • La speranza di vita dei fumatori è 8 anni inferiore a quella di un non fumatore
  • Chi fuma ha una probabilità doppia di essere colpito da infarto rispetto a chi non fuma

Sono due le sostanze chimiche presenti nelle sigarette (la nicotina ed il monossido di carbonio) responsabili dei maggiori danni.

La nicotina stimola il corpo a produrre adrenalina, che rende il battito cardiaco più veloce, costringendo il cuore a un maggior lavoro; inoltre favorisce la formazione di coaguli nel sangue (trombosi).

Il monossido di carbonio riduce la quantità di ossigeno trasportata dal sangue ai vari organi e tessuti del corpo e favorisce lo sviluppo di aterosclerosi.

Smettere di fumare è la cosa più importante che un fumatore possa fare per vivere più a lungo.

Non è mai troppo tardi per smettere e i benefici cominciano subito:

  • Dopo un anno il rischio di malattia cardiovascolare si dimezza
  • Dopo qualche anno il rischio di malattia cardiovascolare dovuto al fumo scompare completamente

Lo stress:

  • Lo stress, causato dal troppo lavoro, dalle preoccupazioni, dai dispiaceri, dalle arrabbiature e dai ritmi di vita sempre più veloci e frenetici, a lungo andare possono indebolire il cuore.
  • Quando l’organismo è sottoposto a troppo stress, produce grande quantità di adrenalina, una sostanza che determina un innalzamento della pressione ed un aumento della frequenza cardiaca, condizioni che come abbiamo visto rappresentano fattori di rischio importanti per la formazione di placche aterosclerotiche e di conseguenza di patologie cardiache
  • Il cuore, costretto a battere più velocemente e pompare sangue con più forza, viene sottoposto ad un superlavoro che finisce per logorarlo

La sedentarietà:

  • L’attività fisica è uno dei cardini di una buona prevenzione cardiovascolare. Va da sé, quindi che la sedentarietà rappresenta uno dei nemici peggiori della salute del cuore e della circolazione
  • Chi non fa attività fisica, infatti, è più esposto alla comparsa di ipertensione, obesità e diabete. Tutte condizioni pericolose per il cuore.
  • Fare attività fisica, in modo costante, allena il cuore.
    La frequenza cardiaca è minore in chi pratica sport rispetto a chi è sedentario. Il cuore può cosi lavorare in condizioni ottimali senza sforzi eccessivi e senza essere costretto ad un superlavoro che, nel tempo, può portare ad un ispessimento delle pareti ed un suo logoramento.

Ipertensione:
Si parla di ipertensione quando i valori della pressione arteriosa sono superiori a 140 mm di mercurio di massima (pressione sistolica) e ai 90 mm di mercurio di minima (pressione diastolica).

E’ una delle malattie più diffuse nei paesi industrializzati.

Colpisce circa 15 milioni di italiani, anche se 3 milioni di questi non lo sanno, poiché non da sintomi evidenti e spesso la si individua quando ha già danneggiato l’apparato cardio-circolatorio o altri organi.

Per questo è chiamato “Killer silenzioso”

A subire i primi danni sono le arterie, cioè i vasi che trasportano il sangue nell’organismo, dal cuore alla periferia del corpo.

Se la pressione sanguigna è infatti troppo elevata, le arterie perdono elasticità e si induriscono provocando piccole lesioni che portano all’infiltrazione ed alla deposizione di colesterolo nella parete e quindi alla formazione di placche aterosclerotiche che possono causare il restringimento del lume.

Uno degli effetti più gravi dell’aterosclerosi è l’infarto (il sangue non arriva in quantità sufficiente).

Il cuore non ricevendo più ossigeno, non riesce più a pompare e si ferma o perde forza nelle sue contrazioni.

Colesterolo alto:

  • L’eccesso di colesterolo nel sangue (ipercolesterolemia), è un altro fattore di rischio importante per le patologie cardiache
  • L’eccesso di colesterolo nel sangue è sempre causato da un’alimentazione troppo ricca di grassi animali. In una percentuale, molto ridotta, invece, dipende da una disfunzione del metabolismo
  • Il colesterolo è una sostanza grassa, prodotta dal fegato o introdotta con l’alimentazione, presente in tutti i tessuti dell’organismo ed è essenziale per la vita.
    Serve per la sintesi di alcuni organi, gioca un ruolo fondamentale nella produzione di vitamina D, è un costituente delle membrane cellulari e di vari tessuti.
    Il colesterolo, quindi, di per sè non è una sostanza pericolosa, però se presente in eccesso può causare pericolo per l’organismo.
    Esistono due tipi di colesterolo:
    a) Colesterolo buono (HDL) che è considerato lo “spazzino” delle arterie perché impedisce la formazione della placca aterosclerotica, rimuove il colesterolo in eccesso. Più elevato è e meglio è perché protegge la persona dal rischio di sviluppare malattie cardio-vascolari
    b) Colesterolo cattivo (LDL) che favorisce il deposito di grasso sulla parete delle arterie; è il vero fattore di rischio per le malattie cardiovascolari.

I valori totali non dovrebbero superare i 200 mg/DL nel sangue.
Il colesterolo LDL non dovrebbe superare i 130 mg/DL nelle persone sane, mentre per il colesterolo HDL più i valori sono elevati più sono desiderabili.
Se il colesterolo è troppo alto, bisogna fare in modo di abbassarlo, adottando un’alimentazione povera di grassi e aumentando il tempo dedicato all’attività fisica (che permette di smaltire i grassi, in eccesso, introdotti con il cibo).
Nei casi più seri, possono essere utili farmaci, per abbassare il colesterolo (soprattutto per chi ha avuto un infarto).
L’altro tipo di grassi presenti nel sangue sono i Trigliceridi che, pur meno insidiosi del colesterolo, devono essere, comunque tenuti sotto controllo perché possono contribuire alla formazione di placche.

Sovrappeso e obesità:

  • Secondo i dati Istat il sovrappeso interessa il 33.9% degli italiani; l’obesità invece riguarda circa il 10%
    Sovrappeso e obesità non sono un problema estetico, non ci stanchiamo mai di ripeterlo, ma sono invece una condizione.
    L’obesità aumenta, infatti, la probabilità di essere colpiti da una malattia cardio-vascolare ed è associata ad ipertensione, diabete ed alcune patologie respiratorie, del fegato e delle vie biliari.
  • Mantenere un peso nei limiti riduce del 30-50% il rischio di sviluppare una malattia cardio-vascolare
  • Oltre al peso, oggi sempre più attenzione è data all’adiposità viscerale, cioè all’accumulo di grasso che occupa gli spazi tra gli organi addominali e sotto la cute.
  • La circonferenza della vita è un importante indicatore del grasso addominale e del rischio di malattia.

Per le donne (fra i 18 e i 65 anni) il girovita deve essere inferiore agli 80 cm, mentre per gli uomini deve essere inferiore ai 94 cm; soglie oltre le quali il rischio di malattia diventa elevato.

  • Nella persona obesa il cuore è sottoposto a lavoro maggiore e con un meccanismo indiretto si ha un rialzo della pressione arteriosa (si registrano valori alterati del quadro metabolico, del colesterolo, dei trigliceridi e della glicemia)

Il Diabete:

  • Il diabete è una malattia importante, che se non curata correttamente, aumenta il rischio di aterosclerosi, favorisce l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e riduce il livello di HDL colesterolo. Tutte condizioni che mettono a dura prova il cuore.
  • In Italia ne soffre il 9% degli uomini ed il 6% delle donne
  • Questa malattia si verifica quando l’organismo non è in grado di utilizzare lo zucchero a scopo energetico; questo provoca un innalzamento del livello degli zuccheri nel sangue, cioè un aumento della glicemia.
  • L’aumento degli zuccheri può essere causato dalla carenza di insulina (diabete tipo 1 o giovanile), oppure dal fatto che l’insulina, pur prodotta, non è sufficiente per le necessità dell’organismo, perché i tessuti, sono resistenti ai suoi effetti (Diabete di tipo II).
    Lo zucchero in eccesso, non potendo essere usato dalle cellule, continua a circolare nel sangue danneggiando le arterie.
    Esistono, quindi, due tipi di diabete:
    1) Diabete Tipo I o insulino dipendente, da cui sono affetti circa il 10% delle persone diabetiche; colpisce i giovani.
    2) Diabete tipo II o non insulino dipendente da cui sono affette circa il 90% delle persone diabetiche, è legato all’eccesso di peso

Le cause del diabete di tipo I sono essenzialmente genetiche.

Il diabete di tipo II dipende, dall’età, dalla familiarità, da abitudini non salutari (stile di vita sedentario, alimentazione troppo ricca, obesità).

Sindrome metabolica:
E’ una pericolosa associazione di sintomi che vede coesistere ipertensione, obesità, diabete e dislipidemia in soggetti che diventano perciò ad altissimo rischio di eventi cardiovascolari.

E’ una vera e propria epidemia nella nostra società, con dati in costante aumento; in particolare viene definita a “rischio sindrometabolica” la condizione di pazienti che presentano associati tre o più di questi sintomi:

  • Indice di massa corporea (rapporto fra altezza/peso) superiore a 30
  • Girovita superiore a 102 per gli uomini e 88 per le donne
  • Ipertensione arteriosa (massima superiore a 130 e minima a 90)
  • Glicemia a digiuno superiore a 110 mg/dl
  • Colesterolemia superiore a 200 mg/dl
  • Trigliceridi superiori a 150 mg/dl

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Presso lo studio si può prenotare:

  • Visita cardiologica completa di ECG ed ecocardiogramma
  • ECG
  • Ecocardiogramma
  • Holter pressorio
  • Visita diabetologica
  • Visita internistica- ipertensione
  • Visita gastroenterologica
  • Ecografia addome completo
  • Visita endocrinologica
  • Ecografia della tiroide
  • Ecocolordoppler vasi del collo

Le notizie di cui sopra rivestono caratteri generali e non hanno intenzione di sostituirsi ai consigli e prescrizioni del Medico di fiducia o dello specialista.

Per informazioni o prenotazioni:
Studio Medico Sammarra
Via Giorgio De Chirico 89/C – Saporito di Rende (CS)
Telefoni: (+39) 0984 465176(+39) 348 370623
E-Mail: [email protected]
Sito Web: www.studiomedicosammarra.it

Progetto “Prevenzione è Salute”
Responsabile dr Cosmo Sammarra

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