CHE COS’E’ LA PRESSIONE ARTERIOSA?
E’la forza esercitata dal sangue contro le pareti arteriose durante le varie fasi del circolo cardiaco.
Serve per far giungere il sangue fino alla barriera arteriolare, per fargliela superare e raggiungere il circolo capillare; senza la pressione il sangue sarebbe fermo.
PUO’ ESSERE MASSIMA O SISTOLICA E MINIMA O DIASTOLICA
La pressione arteriosa massima o sistolica corrisponde alla sistole cardiaca: la sistole è quella fase dell’attività cardiaca in cui il cuore si contrae e riversa con forza il suo contenuto nelle arterie, all’interno delle quali, al culmine della sistole, si verificherà una puntata massima di pressione che prende il nome di “Pressione sistolica o massima”.
LA PRESSIONE ARTERIOSA MINIMA O DIASTOLICA CORRISPONDE ALLA DIASTOLE CARDIACA
La diastole cardiaca è quella fase dell’attività cardiaca in cui il cuore si rilascia per riempirsi nuovamente prima della nuova sistole.
In questa fase, in cui viene a mancare la spinta del cuore, il sangue che è all’interno delle arterie procede per effetto della spinta impressa dalle arterie stesse che sfruttano la loro forza elastica.
Questa spinta genera un’energia che decresce fino ad un valore minimo; questo valore corrisponde alla pressione arteriosa diastolica.
I FATTORI CHE DETERMINANO LA PRESSIONE ARTERIOSA
- La forza del cuore
- L’elasticità delle arterie
- Lo stato del circolo arteriolare
- La quantità e la densità del sangue che circola nelle arterie
COME SI MISURA
Si misura semplicemente con un apparecchio che si chiama “Sfingomanometro”, che può essere a mercurio, meccanico o elettronico. L’entità di misura in cui si esprime la misurazione è il mm di Hg o millimetri di mercurio. Il tempo impiegato per la misurazione va dai 30 secondi al minuto.
PRESSIONE OTTIMALE
La pressione è ottimale quando la sistolica è inferiore ai 120mm Hg e la diastolica è inferiore agli 80 mm Hg
COS’E’ L’IPERTENSIONE ARTERIOSA
L’ipertensione è un aumento anomalo e duraturo dei valori della pressione arteriosa rispetto ai valori normali. L’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito i criteri di classificazione dell’ipertensione arteriosa correlandoli ai fattori di rischio ed ai criteri terapeutici.
Si parla di ipertensione già quando i valori sono uguali o maggiori di140 mm Hg per la pressione sistolica o massima e di 90 mm Hg per la pressione diastolica o minima.
La pressione è ottimale quando la sistolica è inferiore ai 120 mm Hg e la diastolica è inferiore agli 80 mm Hg.
Valori tra i 130 e 139 mm Hg sono da considerarsi tra i limiti elevati della norma per la pressione sistolica.
Valori compresi tra 85 e 89 mm Hg sono da considerarsi i limiti alti della norma per la pressione diastolica.
Al di fuori di questi limiti si parla di ipertensione nei suoi vari gradi.
SISTOLICA | DIASTOLICA | GRADO | |
LIEVE | 140/159 | 90/99 | I grado |
MODERATA | 160/174 | 100/104 | II grado |
GRAVE | 180 e oltre | 110 e oltre | III grado |
Basta che anche uno solo di questi valori sia alterato per fare classificare un paziente in quella classe.
Se entrambi i valori sono più elevati dei valori normali, il paziente sarà inserito nella classe indicata dal valore superiore.
Esiste anche un altro modo per classificare l’ipertensione. Questo è basato sulla ricerca della causa.
Rimarrete sbalorditi nel sentire che nel 95% dei casi non è riconoscibile una causa apparente e viene definita con differenti terminologie: ipertensione essenziale, primitiva, idiomatica, criptogenetica.
Nella rimanente percentuale (5%) l’ipertensione ha una causa riconosciuta (viene definita ipertensione secondaria)
CAUSE
Sono molte e protratte nel tempo; ipertesi non lo si diventa di colpo, ma poco per volta negli anni.
Non si tratta di una patologia caratteristica delle persone anziane come tanti ancora pensano; tutt’altro, il più elevato numero di ipertesi è raggruppato tra i 40 ed i 65 anni.
Spesse volte l’ipertensione esordisce negli anni giovanili (sono i casi più gravi) e si sviluppa lentamente senza dare segni di sè; con una scelta di termini che più si adatta e che non merita dei commenti è stata chiamata “ Killer silenzioso”. Altre volte insorge e si sviluppa in età più matura. Qualunque sia l’età di insorgenza la malattia vascolare ipertensiva si configura sempre come l’espressione di tante anomalie:
- Predisposizione ereditaria
- Abitudini di vita
- Stress
- Tabagismo
- Iperattività ortosimpatica
che insieme concorrono alla comparsa ed all’evoluzione del quadro patologico.
ETA’E SESSO
La pressione dei bambini è piu bassa di quella degli adulti; aumenta progressivamente fino a stabilizzarsi sui valori tipici dell’adulto attorno ai 20/30 anni. Dopo i 60 anni è normale che la pressione sistolica tenda a salire almeno di 0.5-1 mm Hg per anno. E’ l’effetto della perdita di elasticità delle arterie. Al contrario la pressione diastolica tende a mantenersi stazionaria.
E’comunque da sfatare la tesi che una pressione sistolica elevata giovasse ad una più corretta irrorazione cerebrale delle persone anziane. La pressione elevata rappresenta un rischio cardiovascolare a qualsiasi età.
Dopo i 60 anni l’arteriosclerosi è la prima causa di ipertensione sistolica. Nelle donne, fino a 30/40 anni, la pressione tende a restare più bassa che nell’uomo. Negli anni successivi, anche per effetto del mutato assetto fisiologico legato alla menopausa, la tendenza è quella di essere lievemente più elevata.
SONNO E RISVEGLIO
Quando si dorme la pressione si abbassa, quando si è svegli la pressione si alza. E’ risaputo che un’alta percentuale di accidenti cardiovascolari (ictus, infarti, angine) si manifestano nelle ore che precedono il risveglio e nelle prime ore del mattino (6-10).
La spiegazione sta nel fatto che in queste ore aumenta l’adesività piastrinica e la viscosità del sangue, ma soprattutto si ha un aumento dell’attività del sistema nervoso simpatico quasi a voler preparare l’organismo alla nuova giornata di attività.
Di notte la pressione subisce un calo di circa il 10% rispetto a quella diurna. Questo è valido sia per i normotesi che per gli ipertesi. La differenza sta nel fatto che negli ipertesi la pressione rimane sempre proporzionalmente più elevata. Questo è un buon motivo per non dimenticare che la pressione va tenuta sotto controllo anche di notte.
EFFETTI DELL’IPERTENSIONE
Cuore, cervello, rene e retina sono gli organi bersaglio per eccellenza.
L’infarto del miocardio, la cardiopatia ipertensiva, lo scompenso cardiaco, l’ictus cerebrale, l’alterosclerosi, l’insufficienza renale, le alterazioni della vista, sono solo alcune delle malattie che derivano da un perdurare nel tempo (sconosciuta o mal curata), di una pressione arteriosa elevata.
Gli effetti dell’ipertensione possono essere acuti o cronici:
I primi sono dovuti al superlavoro cui sono sottoposti cuore e vasi ( ictus, infarto, angina, edema polmonare, rottura di un aneurisma)
I secondi sono dovuti all’usura cronica e progressiva delle arterie che mal tollerano la vasocostrizione continua cui sono sottoposte al punto da alterare la propria struttura anatomica. La pressione alta non è una malattia nel senso stretto della parola, ma è l’espressione di uno squilibrio tra la quantità del sangue circolante all’interno delle arterie e lo stadio di dilatazione o costrizione del sistema vasale all’interno dei quali esso scorre.
La pressione è l’espressione del rapporto tra sangue e vasi, tra contenente e contenuto. Può variare la quantità del sangue che può aumentare o diminuire e la pressione aumenta o si riduce.
Può variare la dimensione del lembo vascolare che può aumentare (dilatazione) o ridursi (vasocostrizione) e la pressione si riduce o aumenta.
Questo squilibrio può essere determinato da varie disfunzioni o malattie e, alla lunga, causa danni irreversibili e catastrofici a carico di numerosi organi vitali.
Sotto questo aspetto la pressione alta è la più importante causa di malattia del nostro tempo.
CURARE O PREVENIRE
Non vi è niente di più semplice che prevenire questo sconquasso organico sia curando la pressione alta quando già si è instaurata, sia curandola sul nascere; ci vuole poco ma proprio poco:
- Un pò di attenzione
- Un pò di costanza
- Qualche piccolo sacrificio
- Rispetto del calendario dei controlli
A parte alcuni casi gravi di ipertensione, la maggioranza delle pressioni alte sono perfettamente curabili e prevedibili. Ci sono tanti mezzi a nostra disposizione, dipende solo da noi saperli utilizzare.
La felice risoluzione dei nostri problemi dipende dalla nostra collaborazione e dal nostro impegno personale.
I campanelli d’allarme sono:
- Epistassi o sangue dal naso
- Sensazione di peso alla testa
- Cefalee
- Vertigini
- Ronzio nelle orecchie
- Disturbi visivi
- Disturbi della memoria e dell’attenzione
- Perdita del senso dell’orientamento
Le notizie di cui sopra rivestono caratteri generici e non vogliono sostituirsi ai consigli e prescrizioni del Medico curante e dello specialista.
Per informazioni o prenotazioni:
Studio Medico Sammarra
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Progetto “Prevenzione è Salute”
Responsabile dr Cosmo Sammarra