
La fibrosi epatica è un processo clinico caratterizzato da un accumulo anomalo di tessuto connettivo nel fegato, che può causare una ridotta funzionalità e che nel tempo può manifestarsi come “cirrosi”.
La fibrosi, quindi, è espressione della fase iniziale della cicatrizzazione del fegato, per risposta ad una infiammazione cronica causata da diverse patologie (epatite virale cronica, epatite alcolica, epatite autoimmune, intossicazione del fegato, severa steatosi) che conduce alla alterazione anatomica e funzionale del fegato (deformazione dell’architettura parenchimale) che può portare alla cirrosi e quindi predisporre all’epatocarcinoma.
Campanelli d’allarme:
la fibrosi epatica può essere asintomatica nelle fasi iniziali, oppure può manifestarsi con:
- Spossatezza
- Perdita dell’appetito
- Dimagrimento
- Dolori addominali
Quando si sospetta una fibrosi epatica è importante consultare il Medico di fiducia per una prima valutazione.
Il Medico può prescrivere esami sierologici e strumentali (studio morfologico-strutturale funzionale del fegato).
La fibrosi epatica, ovvero la sostituzione del parenchima epatico con matrice extracellulare (ECM) è l’aspetto principale del danno.
Lo sviluppo della fibrosi epatica riflette l’alterato equilibrio fra produzione di matrice (fibrogenesi) e la sua degradazione (fibrolisi).
L’accumulo di ECM in corso di malattia cronica del fegato non è un fenomeno statico ed unidirezionale, ma può essere controbilanciato dalla fibrolisi.
Lo studio di marcatori biochimici correlati alla fisiopatologia della fibrosi epatica ed in particolare la secrezione, la degradazione dell’ECM dovrebbe riflettere l’attività del processo di fibrogenesi-fibrolisi epatica ed in ultima analisi il rimodellamento dell’ECM.
La misura dell’estensione dell’ECM (lo stadio di fibrosi) rappresenta il più importante predittore della progressione della malattia (che condiziona la scelta terapeutica) e può servire per valutare la risposta al trattamento ed infine determina la prognosi ed il follow-up del paziente.
Biopsia epatica
La biopsia epatica ha rappresentato per tanto tempo il “gold standard” per lo studio dello stadio della fibrosi epatica.
Negli ultimi anni, però, sono emersi i limiti di questa metodica:
- Si tratta di una procedura invasiva e dolorosa
- È una procedura costosa (richiesto almeno un ricovero in Day-Hospital)
- Può presentare errori di campionamento
Considerando tali limitazioni e nella convinzione che l’accumulo di ECM non sia un fenomeno statico ed unidirezionale si è andati alla ricerca di test strumentali non invasivi e biochimici che fossero accurati, riproducibili e facilmente eseguibili.
La metodica che racchiude queste caratteristiche è l’elastografia (ad impulsi fibroscan) o S.W. che misura la fibrosi epatica dell’intero parenchima epatico.
L’accuratezza della metodica è operatore dipendente.
Il campione per essere affidabile deve essere almeno pari al 60% del numero totale delle misurazioni acquisite.
L’elasticità normale (lever-stiffness) ha uno score inferiore a 5,1 KPa (K.pascal), uno score fra 5,1-7,6 KPa va correlato con la clinica del paziente.
Per un fegato gravato da fibrosi severa (cirrosi- F4 metavir), l’elastografia è determinante, sempre da correlare con le condizioni cliniche del paziente.
Nella valutazione della qualità del test bisogna tenere presente che la IQR (variabile delle misurazioni effettuate) non deve superare il 30% rispetto alla mediana (es. in F4 con liver stiffness 15 la IQR dovrà essere sotto i 4,5).
Bisogna sempre tener presente che le onde elastiche non si propagano nei liquidi, quindi non utili in presenza di ascite.
Il tessuto adiposo attenua sia l’onda elastica che gli ultrasuoni.
Il Fibroscan offre vantaggi significativi, rispetto ai metodi più invasivi:
- Non invasività (non ci sono aghi) quindi viene eliminato il rischio di sanguinamento o altre complicazioni
- Rapidità e comodità: l’intera procedura di elastografia dura non più di 20-30 minuti, il che significa che il paziente dopo la procedura può riprendere l’attività lavorativa
- Affidabilità e riproducibilità: la procedura fornisce misurazioni quantificabili e riproducibili della rigidità del fegato. La procedura è particolarmente utile per il monitoraggio nel tempo della progressione o regressione della malattia.
- Risultati in tempo reale
- Minimizza la necessità di ricorrere a biopsie epatiche
- Facilmente accessibile in contesti clinici o in poliambulatori
- Monitoraggio del trattamento: permette ai medici di monitorare l’efficacia delle terapie nel tempo
L’elastosonografia epatica migliora la gestione della malattia epatica, offrendo un metodo sicuro, rapido, non invasivo per valutare la salute del fegato, con benefici sia per il paziente che per il Medico.
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Presso lo studio si può prenotare:
- Ecografia addome completo
- Elastosonografia epatica metodica S.W.
- Visita gastroenterologica
- Visita epatologica
- Visita internistica
Le notizie di cui sopra rivestono caratteri generali e non hanno intenzione di sostituirsi ai consigli e prescrizioni del Medico di fiducia o dello specialista.
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Progetto “Prevenzione è Salute”
Responsabile dr Cosmo Sammarra