IL PROBLEMA:

L’obesità infantile è un problema di notevole rilevanza sociale e riguarda purtroppo troppi bambini. Per l’Oms “i bambini italiani sono tra i più grassi d’Europa”.

L’obesità in età pediatrica è il risultato dell’introduzione di un quantitativo di calorie maggiore rispetto all’effettivo consumo, pertanto il bilancio energetico risulta positivo e ciò determina l’insorgere della patologia.

L’obesità infantile viene frequentemente associata alle seguenti problematiche:

  • Disturbi dell’apparato digerente;
  • Accumulo di grasso a livello del fegato (steatosi con o senza rialzo delle transaminasi);
  • Incremento dell’insulina con possibile evoluzione verso diabete di tipo 2;
  • Aumento del colesterolo, dei trigliceridi e dell’acido urico;
  • Rialzo della pressione arteriosa;
  • Apnee notturne;
  • Problemi ortopedici, articolari dovuti al carico meccanico (valgismo , piedi piatti ecc.);
  • Disturbi psicologici (i bambini affetti da sovrappeso, infatti, spesso vivono condizioni di disagio e vergogna , molto spesso sono vittime di derisione a causa del loro peso e questo determina un senso d’insicurezza e perdita della propria autostima)

Occorre sottolineare che l’obesità infantile rappresenta un fattore predittivo di obesità nell’età adulta. Oltre ad avere una maggiore predisposizione al sovrappeso, chi è stato un bambino “cicciottello” risulta maggiormente esposto a numerose patologie.

L’obesità infantile, ha una genesi multifattoriale, essendo il risultato di diverse cause che interagiscono tra loro: eccessiva e/o cattiva alimentazione, ridotta attività fisica e motoria, fattori di tipo genetico-familiare. Più rari sono i casi di obesità legati ad alterazioni ormonali come ipotiroidismo o disfunzioni surrenali. La tendenza ad una vita sempre più sedentaria si lega ad una crescente fruizione di contenuti multimediali (in media in bambini trascorrono 6 ore al giorno guardando programmi TV o giocando con videogame).

Bisogna, inoltre, sottolineare che durante la visione di questi contenuti viene implicitamente comunicato ai piccoli utenti un messaggio che spinge verso un consumo esagerato dei cosiddetti “cibi-spazzatura”. Infatti, circa l’80 delle pubblicità inserite in programmi per l’infanzia rientrano nel mercato del food.

È importante stimolare il bambino al maggior consumo energetico attraverso la pratica di uno sport – il nuoto risulta quello più adatto in queste situazioni – ma soprattutto con l’abitudine al movimento spontaneo – scale a piedi, passeggiate etc. Il bambino deve evitare di stare seduto per ore davanti allo schermo della televisione o del computer. È documentato il rapporto diretto tra sovrappeso e ore trascorse davanti al televisore.

Il nucleo familiare ricopre un ruolo centrale nel corretto sviluppo delle abitudini alimentari e fisiche dei più piccoli:

  • Genitori insicuri che compensano le carenze (reali o percepite) sovra-alimentando i figli
  • Impiego del cibo come deviatore e mediatore degli scambi emotivi genitore-bambino
  • Alimentazione emotiva come strategia individuale per ridurre le tensioni interne
  • Ridotta coesione ed elevata conflittualità familiare
  • Elevata dipendenza emotiva dei figli verso i genitori
  • Iperprotettività, invischiamento e scarso senso di identità e di efficacia personale
  • Simmetria relazionale e tendenza all’evitamento del conflitto

RIMEDI:
Indirizzare il più precocemente possibile il bambino verso corrette abitudini alimentari senza demonizzare alcun cibo.
Gli interventi per ridurre ed evitare il sovrappeso e l’obesità nei bambini sono:

  • Dieta.
  • Pratica di esercizio fisico.
  • Interventi di carattere psicologico e psicoterapeutico.

È doveroso ricordare che nessuno di questi può funzionare se adottato singolarmente. Inoltre, anche il più diffuso binomio dieta/esercizio fisico, rischia di fallire se non supportato da adeguati interventi psicologico – psicoterapeutico, necessari per la riduzione dell’obesità.

Un aumento di una o due curve di centili del peso nel processo di crescita del bambino deve far porre l’attenzione del pediatra e dei genitori su una possibile evoluzione verso l’obesità. Nel processo di crescita del bambino ci sono alcuni momenti più critici per lo sviluppo dell’obesità:

  • Nascita: un basso peso per l’età gestazionale associato ad un recupero rapido favoriscono lo sviluppo di obesità precoce e complicata;
  • Primo anno di vita: un allattamento materno prolungato previene lo sviluppo di obesità, mentre l’allattamento artificiale eventualmente associato a un divezzamento precoce e troppo ricco di proteine favorisce il sovrappeso;
  • 4-6 anni: un aumento rapido di peso in questa fase della vita si associa a un accumulo precoce di grasso e quindi all’obesità;
  • Pubertà: in alcuni casi il momento puberale, soprattutto nei maschi, comporta un buon incremento di massa magra con riduzione di quella grassa e quindi un dimagrimento; tuttavia un ragazzo che arriva all’età puberale in sovrappeso o che registra un aumento rapido di peso in questa fase della vita diventerà molto probabilmente un adulto obeso;
  • Ritmi di alimentazione sbagliati (colazione spesso assente, spuntini o merende molto ricche, spizzicare continuo, doppi secondi piatti ai pasti principali).

COSA PROPONIAMO:

  • Consulenza nutrizionale;
  • Eventuale consulenza Endocrinologica;
  • Ecografia completa dell’addome con elastosonografia epatica.

Dr.ssa Anna Pietramala
Biologa Nutrizionista

Le informazioni di cui sopra rivestono caratteri generali e non vogliono sostituirsi ai consigli e prescrizioni del Medico curante o specialista.

Per informazioni o prenotazioni:
Studio Medico Sammarra
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Progetto “Prevenzione è Salute”
Responsabile dr Cosmo Sammarra

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