Si chiama steatosi non alcolica ed è provocata dall’accumulo di grasso nel fegato, a causa di sedentarietà e alimentazione ipercalorica. Si stima che il 60% della popolazione abbia il fegato grasso, senza saperlo, perché è una patologia silente, che rimane asintomatica per anni. A lungo andare può causare, anche nei soggetti astemi, gli stessi danni epatici cui va incontro chi abusa di alcool.

CHI E’ A RISCHIO:
Tutte le persone in sovrappeso, persino i bambini; in particolare, chi fa un lavorio sedentario o non pratica attività fisica e ha un indice di massa corporea superiore a 30.

LA DIAGNOSI:
Già dalla visita il medico può ipotizzare una steatosi epatica, in presenza di una circonferenza addominale superiore al normale; a questo si associa la sindrome metabolica vale a dire presenza contemporanea di obesità, diabete o pre diabete, ipertensione, iperlipidemia (eccesso di trigliceridi e colesterolo LDL). Si può scoprire anche con un esame del sangue (Transaminasi- Gamma GT). L’ecografia riesce a diagnosticarla quando il grasso è superiore al 20% del volume epatico.

LE COMPLICANZE:
La steatosi può non dare sintomi per anni e perfino decenni prima di progredire verso la fibrosi epatica (una condizione che si verifica nel 10% dei soggetti colpiti) ed è caratterizzata da infiammazione del fegato con conseguenti lesioni che vengono saturate da tessuto cicatriziale, il cui eccesso limita il corretto funzionamento dell’organo. Mentre fegato grasso e fibrosi sono reversibili (basta seguire una dieta opportuna e diminuire il peso), la cirrosi è invece una malattia cronica- degenerativa per la quale non c’è cura e che necessita del trapianto.

LA CURA:
Il fegato grasso si combatte con l’esercizio fisico e con un’alimentazione corretta.

N.B.: non è importante solo cosa si mangia, ma anche quando e come. Uno studio recente ha mostrato che consumare la maggior parte della quota calorica giornaliera alla mattina, riduce l’insorgenza del fegato grasso fino al 20%. Al contrario, saltare la colazione o il pranzo aumenta il rischio fino al 70%.

Il regime “ideale” consiste:
• colazione buona
• pranzo adeguato
• cena leggera

RACCOMANDAZIONI DIETETICHE GENERALI PER STEATOSI EPATICA
• Scegliere cibi ad elevato contenuto di fibre e basso tenore in zuccheri semplici.
• Scegliere cibi con un basso contenuto di grassi saturi e privilegiare quelli con maggiore tenore di grassi monoinsaturi e polinsaturi.
• Cucinare senza grassi aggiunti. Preferire metodi di cottura come: vapore, microonde, griglia o piastra, pentola a pressione, piuttosto che la frittura, la cottura in padella o bolliti di carne.
• Evitare periodi di digiuno prolungato, consumare pasti regolari. Preferire tre pasti e due spuntini per meglio controllare il senso di fame/sazietà e ridurre i picchi glicemici.

Si deve però tenere conto che, per ottenere una corretta ed equilibrata alimentazione che fornisca all’organismo tutti i nutrienti di cui necessita, occorre assumere la giusta quantità (porzione) dell’alimento e rispettare le frequenze con le quali alcuni alimenti debbono essere consumati, giornalmente o settimanalmente, all’interno di uno schema alimentare personalizzato. L’alimentazione della giornata deve rispettare il bilancio energetico di ciascuno e l’energia introdotta deve essere uguale a quella spesa per non aumentare il rischio di sovrappeso, obesità ma anche di malnutrizione.

Lo studio è a Vostra disposizione per dubbi, consigli, percorsi diagnostici, esami strumentali e consulenze specialistiche:
• Ecografia epatica ed addominale
• Consulenza gastroenterologica
• Consulenza con Biologo-Nutrizionista

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