Il transito e la sua regolarità sono un importante segnale di benessere intestinale e la sua alterazione non deve mai essere sottovalutata.

Modifiche del regime dietetico operate correttamente non dovrebbero provocare alterazioni del transito ma non dimentichiamo che ampie fasce di popolazione soffrono di intestino irritabile o di un equilibrio intestinale instabile e quindi altamente suscettibile al cambiamento.

Per molti individui il semplice trasferimento ad un altro alloggio porta immediatamente una stitichezza temporanea.

È quindi probabile che nuove abitudini, ancorché corrette, possano avviare segnali di “allarme intestinale”.

Il nostro cervello intestinale ha registrato il cambiamento e ci chiede se tutto va per il verso giusto.

Molto spesso la stitichezza è dovuta ad interventi dietetici scorretti in cui l’apporto giornaliero di fibre e di acqua non è garantito.

Un regime dietetico corretto comprenderà 25 grammi di fibre al giorno, avendo cura di introdurre fibre solubili che nutrono direttamente la flora intestinale: inuline da cicoria, radicchio, topinambur e fruttoligosaccaridi (FOS).

L’apporto giornaliero di fibre potrà essere ridotto notevolmente in pazienti con IBS o MICI.

Integratori a sostegno del transito (esempio utilizzo dei bifidi batteri) possono essere presi in considerazione in caso di stitichezza, oltre all’utilizzo alimentare di crusca di avena, d’inulina.

Dott.ssa Anna Pietramala

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