Piccole variazioni di peso possono essere considerate normali”.

Ma quando il calo è evidente bisogna chiedere la consulenza di un medico internista-geriatra.

Una perdita di peso durante la terza e quarta età, senza cause apparenti, è piuttosto comune. Quando il “trend” è progressivo ed il dimagrimento consistente (5-10%) rispetto ai valori normali, occorre sempre indagare con l’aiuto di un medico.

Individuare la causa del fenomeno è molto importante, perché questa condizione può sfociare in una riduzione delle difese immunitarie, maggiore suscettibilità alle infezioni ed alla perdita della autonomia funzionale. Inoltre il calo di peso potrebbe nascondere problemi di salute più seri.

Spesso è colpa della solitudine:

Nella maggior parte dei casi, dietro il dimagrimento di un anziano si cela una perdita di interesse al cibo che influisce sulla quantità degli alimenti assunti: chi vive da solo tende a mangiare meno, talvolta perché trova difficoltà a fare la spesa e cucinare o perchè, talvolta, la tavola apparecchiata ricorda il marito o la moglie che non ci sono più. Spesso si associano aspetti economici: la pensione è troppo bassa per acquistare i cibi necessari e questo rende i pasti poveri, monotoni e poco bilanciati.

Cause organiche:

Minore capacità da parte dell’intestino di assorbire nutrienti, oppure la perdita dei denti non permette una masticazione adeguata, per cui si prediligono cibi semplici da assumere (una tazza di latte o di minestra). Un’altra causa spesso sottovalutata è la prebisfagia, cioè la difficoltà a deglutire che si riscontra nella terza età come conseguenza di piccoli fenomeni ischemici.

Esiste anche una anoressia definita senile, che sembra legata a particolari disordini ormonali.

Come si arriva alla diagnosi:

Lo specialista dello studio durante l’anamnesi accurata, si rende conto se il fenomeno è legato a situazioni psicologiche-ambientali o a cause organiche; grazie ad un esame impedenzometrico, si orienta su cosa di preciso sta perdendo il paziente: liquidi, muscoli, oppure grasso. Può inoltre prescrivere una serie di indagini per escludere problemi di ipertiroidismo, infezioni, infiammazioni croniche, patologie oncologiche intestinali, renali, surrenaliche o endocrine.

Il percorso diagnostico, quindi, va tagliato e cucito su misura del paziente, da parte dello specialista internista con la collaborazione dello specialista biologo-nutrizionista.

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