Sono delle estroflessioni delle pareti del colon, soprattutto quella di sinistra, determinate da alte pressioni intraluminali per episodi di stitichezza. Pertanto nelle persone che soffrono di stipsi cronica (da molti anni subiscono pressioni interne al colon molto elevate) la probabilità di sviluppare dei diverticoli è maggiore rispetto ai pazienti che sono regolari in bagno.
Diffusione:
Colpiscono il 60% della popolazione sopra i 50 anni. Sono asintomatici nell’80% dei casi per cui la maggior parte delle persone ci convive senza saperlo, fino a quando lo scopre, a seguito di una colonscopia preventiva tradizionale o di una colonscopia virtuale o di un clisma opaco a doppio contrasto.
Sintomi:
I sintomi principali sono gonfiore e flatulenza per l’eccesso di gas; alterazioni dell’alvo (periodi di stipsi alternati a fasi di diarrea) spasmi e dolori ricorrenti soprattutto al fianco di sinistra. Solo il 4-5% di chi ha diverticoli sviluppa un’infiammazione che prende il nome di diverticolite, che può provocare dolori addominali e febbre.
Diagnostica:
Essere certi della presenza dei diverticoli oggi non è difficile e non c’è la necessità di ricorrere ad esami invasivi; qualora ci siano sintomi sospetti un medico ecografista con esperienze specifiche, potrà individuarli con un’ecografia delle anse. Questa patologia si diagnostica con la colonscopia ma anche con la colonscopia virtuale, realizzata con Tac. Questo esame richiede una preparazione meno drastica rispetto all’esame tradizionale: è necessario bere un mezzo di contrasto per bocca (che non presenta effetti collaterali). E’ più agevole, non presenta complicanze perché è un esame meno invasivo, non provoca dolore, ha la stessa attendibilità diagnostica della colonscopia.
Chi è a rischio:
a) Le persone che soffrono di stipsi cronica da molti anni subiscono pressioni interne al colon molto elevate e quindi la possibilità di sviluppare diverticoli è maggiore che nei pazienti che sono “regolari” in bagno.
b) Chi fa una dieta priva di fibre.
c) Chi beve poco durante i pasti o subito dopo (nei primi 15 minuti); il pasto, infatti, va accompagnato, sempre, da un paio di bicchieri d’acqua o di qualunque altro liquido. Il cibo, se non lo si idrata, bevendo, proseguirà il suo viaggio lungo l’apparato digerente con una velocità ridotta e quindi la flora intestinale impiegherà molto tempo per svolgere le operazioni di fermentazione, innescando reazioni che svilupperanno del gas. Da qui pancia gonfia, dolori, flatulenza. Ricordiamoci che anche le fibre hanno bisogno di acqua per viaggiare più velocemente e stimolare la peristalsi intestinale.
d) I chili di troppo aumentano la pressione intraddominale e i cedimenti delle pareti intestinali; la mancanza di moto (vita sedentaria) facilita ulteriormente la stipsi e quindi la formazione dei diverticoli.
Perché si formano i diverticoli:
La formazione di queste tasche intestinali è sicuramente più facile con l’avanzare dell’età, questo perché, i tessuti che sostengono l’intestino perdono elasticità, diventando meno tonici; anche la familiarità ha il suo peso. Se nel proprio nucleo familiare d’origine ci sono più persone che hanno i diverticoli, è più facile avere lo stesso problema. A facilitare la loro formazione, però, è soprattutto il ridotto consumo di fibre e di liquidi, che giustificano l’aumento di incidenza dei diverticoli anche tra gli under 60. La motilità intestinale si riduce, mentre la pressione all’interno del colon aumenta, “scaricandosi” proprio sui punti di maggiore fragilità delle sue pareti, provocandone l’estroflessione. L’alterata motilità è alleata anche della stipsi che mette sotto stress le pareti intestinali e cosi contribuisce alla formazione dei diverticoli.
I controlli:
Chi soffre di diverticoli, almeno una volta all’anno, dovrebbe farsi visitare dal suo medico o da uno specialista.
Prevenzione:
a) Alimentazione varia, di tipo mediterraneo
b) Bere almeno ½ lt di acqua a pasto o subito dopo
c) Fare attività fisica, bastano 20-30 minuti di camminata a passo spedito al giorno.
d) In generale semi, noci, frutta secca in genere, mais, kiwi, pomodori sono alimenti che non danno problemi ma nei casi di diverticolite è meglio evitarne il consumo perché l’intestino va tenuto a riposo.
Cure:
Se, nonostante un buono stile di vita, i disturbi intestinali non passano, bisogna rivolgersi al medico di famiglia od allo specialista dello studio (gastroenterologo o biologo-nutrizionista ).
Nei casi di febbre protratta, di dolori addominali, di diverticolite persistente o di perdita di sangue con le feci (segni che dicono che i diverticoli stanno sanguinando) e palpazione di massa addominale, può subentrare una vera e propria emergenza chirurgica.
Lo studio è a Vostra disposizione per:
• ecografia addominale e delle anse intestinali
• visita specialistica gastroenterologica
• consulenza con biologa -nutrizionista
• visita specialistica chirurgica.