L’infiammazione è una difesa dell’organismo in risposta ad un danno.

La risposta infiammatoria si attiva in modo del tutto innato, ossia incontrollabile dalla volontà. Può trattarsi di un taglio sulla pelle, di una puntura d’insetto, di un’infezione batterica o di un’alimentazione constantemente squilibrata, tutto ciò puo portare a patologie come dermatite, colon irritabile, obesità ecc.

Di per sè l’infiammazione è un evento positivo perché porta ad autoguarirsi.

Il discorso cambia quando l’infiammazione diventa cronica, ossia quando la causa dell’infiammazione stessa non riesce a essere rimossa.

Quando questa diventa cronica entrano in gioco una serie di processi a catena che portano a coinvolgere organi, tessuti, metabolismo ecc.

Il corpo secerne dei mediatori per modulare la risposta esempio

L’istamina.

Alcuni soggetti per esempio, hanno una produzione abnorme d’istamina ed anche una particolare sensibilità a questa sostanza, infatti queste persone devono assumere degli antistaminici ed eliminare dalla loro dieta degli alimenti che contengono istamina o che sono istamina-liberatori.

Una dieta ipostaminica prevede l’eliminazione per circa 2/3 settimane

Di frutta quali:

Pesche, prugne, albicocche, frutti di bosco, agrumi, banana, fragole, ananas.

Di verdura:

Pomodori, spinaci, solanacee

Carni in scatola, pesci in scatola, salmone affumicato, crostacei, molluschi

Cibi in scatola

Bevande: vino rosso e bianco, birra ecc.

Cioccolato, tutti i prodotti lievitati freschi, frutta secca

Formaggi stagionati (tiramina), uva, cavolo, patate

Con questa dieta, volta a togliere il carburante

All’infiammazione, sono permessi:

I risotti, pastasciutte, carni cucinati in maniera semplice.

In genere si assiste subito ad un miglioramento ed a una riduzione dei sintomi allergici esempio il prurito.

Le conseguenze di un’infiammazione cronica sono diverse:

Stanchezza mentale e muscolare disbiosi intesinale, comparsa di macchie e prurito sulla pelle, accumulo di liquidi, cellulite, edemi, emicrania.

È noto che una dieta ricca di frutta e verdura, pochi carboidrati, pochi grassi animali, è associata ad una flora intestinale meno soggetta ad infiammazioni.

Non dimentichiamoci che l’intestino (400m quadrati), ospita una folta polazione batterica e che la disbiosi altro non è che un’alterazione della flora intestinale a favore della flora batterica cattiva e ciò provoca l’insorgenza di tante patologie.

L’intestino è la sede del sistema immunitatrio (contiene più del 60% delle stazioni linfatiche linfonodali del corpo umano), va da sè che se una persona con problemi di allergia, dovremo tenere d’occhio il suo intestino, eliminando alcuni alimenti proinfiammatori, ed utilizzare dei probiotici per ripristinare la flora batterica buona (esempio lattobacilli ramnoso e acidofilo che hanno la capacità di produrre le sostanze acidofilline con azione battericida verso i batteri cattivi e virus come il rotavirus.

Quindi il mantenimento di uno stato di eubiosi porta ad un miglioramento dell’efficienza immunitaria che è alla base di una vita sana

Nell’elaborazione di una dieta antinfiammatoria si deve tenere conto che sarà la sinergia tra gli alimenti che apportano differenti molecole antiossidanti a contrastare i processi infiammatori e non il singolo alimento.

In generale una dieta antinfiammatoria deve prevedere l‘eliminazione dei dolci di qualsiasi tipo ed i prodotti da forno, limitare il consumo di latte e derivati, o addirittura eliminarli totalmente. Utilizzare olio e.v. O di buona qualità per condire, o al limite olio di cocco se per quello d’oliva ci sono controindicazioni.

Garantire un buon bilanciamento tra i grassi omega 6 e omega 3.

Non consumare pesce da allevamento intensivo… ma pescato in mare.

Poca carne ecludendo quelli da allevamento intensivo, inotre i prodotti animali contengono i precursori delle prostaglandine infiammatorie e le carni conservate contengono anche i nitriti.

La carne fa acidificare l’organismo e l’osso cede dei sali di calcio per tamponare questa acidificazione, ne consegue un aumentato rischio di fratture.

Preferire sempre gli alimenti di stagione, sono ammessi i vegetali freschi… Senza l’uso di pesticidi!

Alimenti cotti con dolcezza, evitando le cotture alla brace o griglia o comunque a temperature elevate.

Utilizzare le spezie e le erbe aromatiche, limitando l’uso del sale da cucina.

Un esempio la curcuma, ricca in curcumina, usata insieme al pepe nero (piperina), per garantirne un maggiore assorbimento. A proposito della curcuma, essa ha un’azione anti-age, antiossidante, anti-degenerativa,rafforza le difese immunitarie, peccato che viene poco usata in occidente.

Alcune spezie oltre a lenire le infiammazioni, combattono i radicali liberi che danneggiano le cellule.

Quindi via libera al loro utilizzo in cucina per insaporire ed aromatizzare!

Lo zenzero per esempio grattugiato crudo si può paragonare al cortisone, è un potente antinfiammatorio, aiuta la digestione, è antisettico ed aiuta a ridurre il gonfiore.

Un consiglio per condire: mettere in una bottilia o barattolo 100 g di curcuma, peperoncino, pepe nero, olio evo… LASCIARE 1 settimana e poi condire.

Utilizzare ifiocchi d’avena… contengono i beta glucani che ci aiutano a tenere in ordine l’intestino.

Bere una bevanda calda come il tè verde, ricco di epigallocatechine

Ma, attenzione… non fare bollire l’acqua a 100 gradi ma portarla

A 70 gradi e utilizzare il tè in foglie e mettere in infusione per 5 minuti.

Il brodo di ossa di pollo è ricchissimo di sostanze che riducono l’infiammazione… NE Facevano largo uso i nostri nonni!

Escudere gli alimenti che vi accorgete provocare reazioni avverse (esempio prurito, sfoghi dermici, gonfiore, intestino scombussolato). In genere questo succede con le solanacce, pomodoro, peperoni, patate, peperoncino, bacche di goji, tabacco, alimenti che liberano istamina, funghi, spinaci ecc.

Inoltre quando s’inizia una dieta antinfiammatoria si devono consumare alimenti semplici, senza ricette elaborate.

L’infiammazione di per sè crea stress ossidativo, per cui bisogna inserire alimenti antiossidanti, perchè anche se il nostro corpo contiene antiossidanti endogeni, esempio il coenzima q10, glutatione, superossido dismutasi, quando questi per vari motivi sono carenziali, dobbiamo fare in modo che il nostro corpo ne produca di più.

Per fare questo dobbiamo mangiare “cibo vero”, non inscatolato, non a lunga scadenza.

Più un alimento è vitale, più conterrà i micronutrienti a noi utili!

Via libera a frutta e verdura cruda, pesce grasso, olio evo, frutta secca ecc.

Antiossidanti esogeni:

Carotenoidi, polifenoli, catechine, isotiocianati, vitamina C e vitamina E.

Quindi per concludere via libera alla dieta mediterranea dei nostri nonni che era povera ma…..SANA E salutare.

La predisposizione familiare esiste ma è lo stile di vita di ognuno di noi che fa la differenza!

La malattia è la risultante di disattenzioni verso il proprio corpo!

Esistono prove rilevanti che dimostrano come i pattern alimentari ed i livelli di attività fisica possono influenzare la salute, ma anche predire le probabilitàdi un individuo di sviluppare una malattia cronica degenerativa, quali cancro, malattie cardiovascolari, diabete ecc.

Come diceva georges herbert
“chiunque sia stato il padre di una malattia, un’alimentazione scorretta ne è stata sicuramente la madre!”

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