Il carcinoma ovarico è il sesto tumore più diagnosticato tra le donne ed è il più grave di tutti (50% di mortalità) a causa dei suoi sintomi silenziosi e tardivi; rientra tra le prime 5 cause di morte per tumore tra le donne di età compresa tra i 50 ed i 69 anni (dati Airtum 2017). I tumori alle ovaie sono dovuti alla moltiplicazione, senza controllo, delle sue cellule, si distinguono in:

Tumori benigni:
i più frequenti sono le cisti ovariche che molto spesso sono funzionali e scompaiono senza terapia

Tumori maligni:
si distinguono in:

  • a) Tumori epiteliali, che originano dalle cellule che rivestono superficialmente le ovaie. Sono i più frequenti, rappresentando più del 90% dei tumori ovarici maligni.
  • b) Tumori germinali, partono dalle cellule germinali da cui si originano gli ovuli; sono circa il 5% dei tumori maligni e si presentano quasi esclusivamente in età giovanile.
  • c) Tumori stromali, originano dalla stroma dell’ovaio, sono spesso caratterizzati da una bassa malignità e rappresentano il 4% circa delle neoplasie ovariche maligne.

Sintomi del tumore ovarico:
Il tumore alle ovaie non dà sintomi nelle fasi iniziali per cui è difficile identificarlo precocemente. I sintomi iniziali sono abbastanza aspecifici e spesso sottovalutati dalle donne:

  • Inappetenza.
  • Addome gonfio.
  • Aerofagia.
  • Bisogno di urinare frequentemente.
  • Sensazione di sazietà anche a stomaco vuoto.

Quando compaiono questi campanelli d’allarme, è bene chiedere alla ginecologa una semplice ecografia pelvica, che potrà dare una prima importante indicazione diagnostica.

Le cause:
Il cancro ovarico è strettamente collegato:

  • a) All’età: la maggior parte dei casi, infatti, viene identificata dopo l’ingresso in menopausa, tra i 50 ed i 69 anni. Inoltre, più lungo è il periodo fertile della donna, maggiore è la possibilità che insorga questo tumore. Si è pensato che ogni ovulazione rappresenti per la superficie dell’ovaio, un piccolo trauma, da cui insorge il tumore.
  • b) Anche il fattore genetico svolge un ruolo importante; secondo una stima del National Cancer Istitute, una percentuale tra il 7% ed il 10% di tutti i casi è il risultato di un’alterazione genetica che si tramanda nelle generazioni, consistente in una mutazione dei geni BRCA1- BRCA 2 che può causare la presenza contemporanea o in tempi diversi di carcinoma dell’ovaio e della mammella.

La percentuale di rischio di tumore ovarico è del 39-46% se è presente una mutazione del gene BRCA1 e del 10-27% se è presente una mutazione del gene BRCA 2. Essere portatori di una mutazione di tali geni comporta una maggiore probabilità, ma non la certezza di ammalarsi. In questo caso però è importante seguire un programma di controlli regolari e accurati così com’è importante informare i membri maggiorenni della famiglia che potrebbero essere, a loro volta, portatori della mutazione.

Fattori di protezione:

  • Gravidanza.
  • Uso di contraccettivi ormonali.
  • Allattamento al seno.

Diffusione:
In Italia ogni anno oltre 5000 donne ricevono una diagnosi di tumore ovarico; uno dei più aggressivi tumori femminili. A causa dei sintomi aspecifici o non riconosciuti, in circa l’80% dei casi la malattia viene riconosciuta in fase tardiva.

Un po’ di ottimismo:
Lo scenario di questa malattia è in evoluzione; una delle novità più importanti è la possibilità per tutte le pazienti di accedere alle terapie di mantenimento, che permettono di allontanare le ricadute dopo la chemioterapia, quindi sopravvivenze più lunghe; in Italia convivono con il tumore ovarico circa 37000 donne.

La Diagnosi:
La diagnosi come si è detto è spesso tardiva; fondamentale è la visita ginecologica con l’ecografia trans-vaginale, ad esse si possono associare esami di laboratorio, test per individuare i markers tumorali (CA125, Ca19/9, HEA, il CEA, l’alfaproteina). Può essere di aiuto una Tac pelvica con contrasto o una PET che identifica lesioni ad elevata attività metabolica.

Gli stadi del carcinoma ovarico:
I – limitato alle ovaie
II – su una o entrambe le ovaie ed esteso anche agli organi pelvici
III – su una o entrambe le ovaie ed esteso agli organi pelvici e/o con metastasi ai linfonodi locoregionali
IV – presenza di metastasi anche a distanza, solitamente polmone o fegato
Una buona o cattiva prognosi dipende dallo stadio del tumore al momento della diagnosi che deve essere il più tempestiva possibile.

Come si cura:

  1. Chirurgia che oltre a rimuovere la massa consente una stadiazione della neoplasia.
  2. Chemioterapia.
  3. Anticorpi monoclonali per bloccare la crescita del tumore.

Prevenzione:
Il tumore ovarico esiste, è molto aggressivo, si nasconde, presenta sintomi aspecifici che a differenza di altri tumori femminili, come quello al seno o all’utero, per i quali sono attivi strumenti di prevenzione molto efficaci, non è possibile partecipare a campagne di screening.

La prevenzione è costituita da:

  • Informazione “conoscere ed informarsi”
  • Diagnosi tempestiva attraverso la visita ginecologica e l’ecografia transvaginale , quando il tumore è limitato alle ovaie c’è buona possibilità di guarigione
  • Test genetici attraverso i quali è possibile sapere se si ha una familiarità o una predisposizione genetica ereditaria al tumore ovarico, e questo permette di agire in fase di prevenzione per ridurre il rischio, nonché, in caso di diagnosi, di scegliere la terapia farmacologica più mirata fin dalla prima linea di trattamento.

Lo studio mette a disposizione delle pazienti:

  • Visita ginecologica.
  • Ecografia trans vaginale.
  • Test genetici per BRCA 1 – BRCA 2.

Le notizie di cui sopra rivestono un carattere generale e non vogliono sostituirsi ai consigli e prescrizioni del Medico di fiducia.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *